Nella miriade di Giornate Mondiali di cui è pieno il calendario, il mese di giugno comincia “accendendo i riflettori”
su una delle categorie più esaltante e, allo stesso tempo, più complessa: il genitore.
Quando l’Assemblea delle Nazioni Unite nel 2012 proclamò il “Global Day of Parents”, l’obiettivo fu quelli di mettere in risalto coloro che vengono indicati come i primi autentici educatori dei bambini.
Tanta roba, insomma. Soprattutto se pensiamo quanto sia soggettivo il concetto appena espresso. Educare i figli non segue un protocollo, non ha regole fisse. Non ci sono insomma, linee guida anche perché, per fortuna, ogni figlio è una storia a sé.
Per coltivare il carattere, l’indole, l’estro, l’intelligenza si seguirà una strada che sarà unica ed esclusiva. Un percorso che richiede massima e quotidiana attenzione. Si è al cospetto di una persona che andrà via via crescendo, che avrà bisogno di attenzioni diverse, di emozioni diverse, di abbracci diversi, di rimproveri diversi.
Il compito del genitore sarà quello di farsi trovare pronto ad intervenire o, magari, a farsi da parte senza invadere il campo.
Tutto vale il suo contrario insomma. Ma perdersi d’animo non serve a nulla.
Casomai sarà bello condividere esperienze, dubbi e gioie con altre persone, nel comfort di quattro mura dove, per qualche ora, ci si toglie l’abito del genitore e si torna ad indossare quello della persona. Che, come tale, riesce a ragionare con maggior lucidità e grande serenità. Tornando a dare il giusto valore al tempo, riuscendo a capire cosa è importante e cosa è urgente. “Ricaricare le pile” insomma, prima di ritornare a svolgere il ruolo del genitore che, se beneficia addirittura di una Giornata Mondiale”, proprio tanto inutile e fuori luogo non sembra esserlo...
