Sono passate poche ore dalla ricorrenza del MahaSamadhi di Sathya Sai Baba, ed ecco che bussa alla porta
un altro preziosissimo momento di riflessione interiore, ovvero la “linfa” alla quale è bello attingere per sentirsi sempre più grati alla vita.
A dire il vero, a voler seguire il calendario, il 25 Aprile è il giorno della Festa Nazionale della Liberazione, per motivi storici e politici.
Ma a noi piace “andare oltre”. Piace dare forza ai pensieri costruiti su parole e concetti. Nello specifico, sulla “Liberazione” da usi e costumi non dettati dalla necessità, potremmo stare a parlare per ore. Probabilmente ritrovandoci nel mezzo di una matassa non facile da sbrogliare. Libertà è uno di quei valori che riporta ad “modus vivendi” dove niente e nessuno ti obbliga a regole e comportamenti che azzerano il rispetto al tuo voler essere libero.
Ebbene, è giusto capire, anche se appare strano, se noi stessi siamo ostacoli alla nostra libertà. I pensieri dei Grandi e dei Maestri, in questo senso sono illuminanti.
Sathya Sai Baba ci ha lasciato in eredità preziose parole: «Non essere troppo attaccato al mondo e non restare aggrovigliato nelle sue complicazioni. Mantieni sempre sotto controllo le tue emozioni. Le onde agitano solamente la superficie del mare, ma nel profondo vi è calma. Anche tu, allo stesso modo, quando ti immergi nel profondo di te stesso, devi essere libero dall'agitazione delle onde».
Parole simili a quei gioielli di inestimabile valore che si serbano con cura, in luoghi sicuri come possono essere il nostro cuore e la nostra mente.
Avere, dentro di noi, la stessa inesorabile calma del mare profondo è lo stato d’animo migliore, come direbbe Sathya Sai Baba: «per distinguere le cianfrusaglie dai tesori». Perdersi sarà allora impossibile. Ritrovarsi, invece, la più gradevole delle quotidianità.
